lunedì 31 marzo 2025

"Meditazione e attivismo": Il Buddismo socialmente impegnato secondo me.

In molti spesso mi chiedono come faccia da una parte a professare la meditazione ZaZen, ispirata ai principi buddisti, e dall’altra sostenere idee e comportamenti socialmente impegnati, prendendo parte, anche politicamente, a tematiche rilevanti. La domanda nasce spesso dalla percezione comune del Buddismo come una pratica distante, confinata nella contemplazione silenziosa della meditazione o nella vita monastica. Ma per me, non c’è alcuna contraddizione. Come insegnava il maestro Thich Nhat Hanh, il Buddismo non è un rifugio dalla realtà, ma un modo per abbracciarla con consapevolezza e compassione.

Le Radici del Buddismo Socialmente Impegnato

Esiste una forma di Buddismo socialmente impegnato che applica i suoi insegnamenti alle questioni sociali, politiche, ambientali ed economiche. Radicato nei valori della compassione, della saggezza e dell’ahimsa, la nonviolenza, il Buddismo ci insegna che la sofferenza non può essere affrontata solo a livello personale, ma deve coinvolgere anche la società e i sistemi globali. Thich Nhat Hanh, maestro zen vietnamita, ha reso popolare questo approccio durante il secolo scorso. La sua vita ci ispira, mostrando che meditare non significa allontanarsi dai problemi del mondo, ma prepararci a comprendere e affrontare le sfide con consapevolezza e azione.

Per me, interessarmi di politica, dei diritti di chi è emarginato, della lotta contro il razzismo e della promozione della pace, specialmente in un momento storico in cui molti sembrano concentrati sulla guerra, insomma essere di parte è un modo per vivere gli insegnamenti del maestro Thay. La meditazione ZaZen e l’impegno sociale non sono opposti, ma si rafforzano a vicenda. Compassione in azione, consapevolezza e nonviolenza sono strumenti con cui affrontare le sfide della nostra società, portando luce dove ci sono ombre.

Principi Fondamentali del Buddismo Socialmente Impegnato

Interconnessione, compassione in azione, equità, nonviolenza e consapevolezza sono i pilastri che guidano il Buddismo socialmente impegnato. Questi principi ci esortano a riconoscere che la nostra sofferenza è collegata a sistemi più ampi e che, attraverso azioni consapevoli e compassionevoli, possiamo influire positivamente su di essi. Il movimento ci incoraggia a trasformare la crescita spirituale personale in uno strumento per alleviare le sofferenze collettive, promuovendo la giustizia e l’armonia.

Il Buddismo socialmente impegnato è un percorso che ci invita a integrare pienamente la pratica spirituale con l’azione sociale. Non è una fuga dalla realtà, ma un modo per abbracciarla con compassione, consapevolezza e impegno. . 

Thich Nhat Hanh ad esempio durante la guerra del Vietnam lavorava per portare pace e aiuto alle vittime della guerra, fondando scuole, cliniche mediche e iniziative di ricostruzione dei villaggi. In Tailandia c'è un Movimento di eco-Buddismo, diverse comunità buddiste impegnate nella sostenibilità ambientale, come il movimento per la foresta monastica in Thailandia. A livello locale, si può  partecipare a campagne contro il razzismo o organizzare incontri di consapevolezza nelle scuole o nei quartieri. Insomma si potrebbe fare tanto. 

Ogni gesto di giustizia, ogni azione per la pace, è un seme piantato nel terreno del cambiamento. E per me, vivere il Buddismo come insegnato dal maestro Thay significa proprio questo: trasformare la consapevolezza interiore in pensieri e azioni che portano luce e speranza nel mondo, il mio impegno sarà, senza dubbio, solo una goccia nell'immenso mare. Tuttavia, far riflettere i discenti dei miei corsi è come piantare un seme. E tra i tanti semi, forse, qualcuno germoglierà e potrà trasformarsi in un magnifico fiore di loto, simbolo di bellezza e rinascita.

venerdì 28 marzo 2025

Il Dono del Momento Presente: Lezioni dallo Zen

Ci sono parole che risuonano dentro di noi come echi di una verità antica, scomode e luminose allo stesso tempo. Le Cinque Rimembranze sono tra queste. Quando le recito, mi accorgo di quanto la mia mente, così spesso occupata a costruire illusioni di controllo e sicurezza, faccia resistenza. Eppure, è proprio in questa resistenza che si nasconde l’insegnamento.



La pratica delle Cinque Rimembranze è una meditazione zen in sé. Non si tratta di un semplice elenco di verità universali, ma di un processo di trasformazione interiore. Ogni affermazione è una porta che si apre su un abisso, un invito a guardare in faccia la realtà senza paura:

  1. Invecchierò: Non posso sfuggire alla vecchiaia; è parte della mia natura.

  2. Mi ammalerò: Non posso evitare la malattia; è parte della mia natura.

  3. Morirò: Non posso sfuggire alla morte; è parte della mia natura.

  4. Perderò tutto ciò che amo: Tutti gli esseri e le cose che amo sono destinati a trasformarsi e separarsi da me.

  5. Sono l’erede delle mie azioni: Vivo in dipendenza delle mie azioni, buone o cattive, e delle conseguenze che esse portano.

All’inizio, queste parole possono sembrare dure, perfino opprimenti. Ma nel ripeterle, durante la meditazione, qualcosa cambia. L’ansia lascia spazio alla quiete, la paura si scioglie in accettazione. Non è una resa passiva, ma un risveglio alla natura impermanente di tutte le cose. Comprendere l’invecchiamento, la malattia e la morte non significa rassegnarsi, ma vivere pienamente, senza più rimandare ciò che conta davvero.

Le Cinque Rimembranze hanno origini profonde nella tradizione buddista e zen. La loro formulazione si trova nel Sutra delle Contemplazioni del Khuddaka Nikaya, una raccolta di discorsi del Buddha. In questa dottrina, esse sono presentate come un mezzo per coltivare consapevolezza e serenità attraverso la riflessione sulla natura impermanente della vita. Come strumenti di meditazione, queste rimembranze offrono un percorso verso l’accettazione delle verità universali, liberando la mente dall'illusione del controllo.

Come dice Thich Nhat Hanh, celebre maestro zen: "Quando accetti di invecchiare, morire e ammalarti, scopri che la vita diventa più preziosa e viva in ogni istante." Un altro eco di questo insegnamento lo troviamo in Dōgen Zenji, fondatore dello Zen Sōtō: "Studiare il sé è dimenticare il sé. Dimenticare il sé è essere illuminati dalle diecimila cose."

In queste sere sto rileggendo il libro L'Altra Riva del Fiume di Thich Nhat Hanh, e proprio questa lettura ha ispirato tanto tempo fà la mia riflessione e meditazione sulle Cinque Rimembranze. Attraverso le sue parole profonde, si scopre un modo nuovo di stare con la consapevolezza, lasciando che ogni verità universale diventi un invito alla presenza.

Eppure, c'è un monito "profano" che voglio condividere: nella consapevolezza della nostra natura impermanente, diventa evidente quanto sia vano inseguire spasmodicamente il potere, l'acclamazione o il successo ad ogni costo. Ordire trame, tradire e sacrificare la propria integrità per una lotta incessante al dominio è uno spreco del prezioso dono della vita. Alla fine, siamo ciò che siamo: esseri transitori, legati non ai trofei materiali, ma alla qualità delle nostre azioni e alla profondità dei nostri legami. Solo abbracciando questa verità possiamo liberarci dall’illusione che la vita sia una battaglia costante per il potere.

Nel cuore dello zen, la meditazione non è un’astrazione: è un contatto profondo con la realtà così com’è. Le Cinque Rimembranze sono un "koan" vivente, ovvero un enigma zen che sfida il pensiero razionale e invita a una comprensione diretta della realtà. Un richiamo costante a essere presenti, ad abbracciare ogni istante con lucidità e gratitudine. Quando smettiamo di fuggire da queste verità, scopriamo che in esse non c’è sofferenza, ma liberazione.

Riflettere su queste parole è come sedersi in silenzio davanti a uno specchio limpido. Non possiamo sfuggire a ciò che siamo, ma possiamo scegliere come stare con questa consapevolezza. Io scelgo di stare qui, adesso, con la vita che pulsa in ogni istante, sapendo che tutto cambia, e proprio per questo, ogni respiro è un dono prezioso.

giovedì 20 marzo 2025

Ripensare l’Europa: oltre il dogma del Manifesto di Ventotene

Il Manifesto di Ventotene, pur nato con l'ambizione di unire l'Europa in una struttura sovranazionale capace di prevenire nuovi conflitti, ha generato, con il passare dei decenni, alcune conseguenze che meriterebbero una riflessione critica. Inizialmente visto come un modello per superare i nazionalismi e promuovere la cooperazione tra i popoli europei, il progetto si è sempre più trasformato in una macchina di integrazione dominata dalle logiche del capitale finanziario.

Uno degli elementi principali del manifesto, ovvero la centralità di una governance "illuminata" sovranazionale, si è tradotto nel tempo in una struttura economica e politica che privilegia gli interessi delle élite economiche a scapito delle istanze popolari. L'Unione Europea, nata sulle fondamenta di quei principi, ha progressivamente abbracciato un modello neoliberista che ha concentrato ricchezza e potere nelle mani di pochi. La moneta unica, per esempio, pur rappresentando uno strumento di coesione, è stata gestita in modo tale da limitare l'autonomia economica degli Stati membri, rendendoli spesso vulnerabili ai mercati finanziari.

Gli effetti di tutto questo sono tangibili: l’austerità imposta in periodi di crisi ha colpito duramente i settori più vulnerabili della popolazione, alimentando disuguaglianze e frustrazione sociale. I cittadini europei, soprattutto nelle nazioni economicamente più fragili, si sono spesso ritrovati a dover sacrificare il loro benessere in nome della stabilità finanziaria, mentre i grandi gruppi di investimento e le istituzioni bancarie hanno tratto profitti significativi.

Il sogno di un’Europa unita come luogo di solidarietà e pace sembra essere rimasto intrappolato in un sistema che, invece, risponde alle regole del mercato piuttosto che a quelle della democrazia partecipativa. Le popolazioni europee, con le loro straordinarie differenze culturali, linguistiche e storiche, hanno spesso vissuto questa integrazione come una forzatura, più orientata a uniformare che a valorizzare la diversità.

Il risultato è un’Europa che appare distante dai suoi cittadini, percepita più come un insieme di meccanismi burocratici e finanziari che come un progetto comune in cui riconoscersi. Le conseguenze del Manifesto di Ventotene, nonostante le intenzioni dei suoi autori, evidenziano l'urgenza di ridefinire il modello di integrazione, mettendo al centro i popoli, le loro culture e i loro diritti, invece di continuare a privilegiare il capitale.

lunedì 10 marzo 2025

Connessi oltre lo Spazio e il Tempo: Zen e Fisica Quantistica

Da qualche anno studio e pratico lo Zen e leggendo le esperienze del monaco buddista  Thich Nhat Hanh, mi sono imbattuto nel concetto di "interessere", così come descritto nel buddismo Zen; scoprendo meravigliosamente, per me di cultura profondamente scientista, un sorprendente parallelo nel fenomeno dell'entanglement quantistico, uno dei principi fondamentali della fisica moderna. Entrambi mettono in luce una verità universale: la profonda interconnessione che lega ogni cosa nell'universo, superando i confini di spazio e tempo.

Cos’è l’inter-essere nel buddismo Zen?

L'interessere ci invita a vedere il mondo come un sistema unico e interdipendente, dove nulla esiste in isolamento. L'interessere si basa sull'idea che nulla esiste in modo indipendente, ma tutto è interconnesso. Ogni cosa dipende da altre per esistere. Ad esempio, un fiore non può esistere senza il sole, l'acqua, il terreno e persino l'attenzione di chi lo coltiva. Questo concetto invita a riconoscere la nostra interdipendenza con il mondo e a vivere in armonia con esso, questo concetto ci insegna a vedere oltre l'apparente separazione e a riconoscere che siamo parte di un sistema unico e interdipendente.

Thich Nhat Hanh ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo e pratichiamo il buddismo, rendendolo accessibile e pratico per tutti. Il suo insegnamento basato sulla mindfulness (consapevolezza) e sul vivere nel "qui e ora", ci incoraggia a coltivare la pace interiore attraverso la meditazione, il respiro consapevole e l'attenzione alle piccole cose della vita quotidiana; sviluppando, inoltre il concetto di "Buddismo Impegnato", che unisce la spiritualità all'impegno sociale e all'azione per il bene comune, cosa questa che, per chi mi conosce, è estremamente importante.

Allo stesso modo, l'entanglement della fisica quantistica dimostra che due particelle, una volta intrecciate, rimangono connesse indipendentemente dalla distanza che le separa.

La fisica ci dice che queste particelle condividono uno stato comune, tanto che una modifica su una di esse si riflette immediatamente sull'altra. Questo fenomeno quantistico appare quasi come una dimostrazione scientifica di ciò che la saggezza spirituale orientale aveva intuito millenni fa.

Nel libro Il Tao della Fisica, Fritjof Capra scrive: "In questa nuova visione del mondo, gli oggetti non sono più visti come entità isolate, ma come parti interconnesse di un tutto”. "Il concetto di 'cosa' separata perde il suo significato in un universo dove tutto è collegato."

Questa descrizione si allinea perfettamente al principio dell'interessere buddista e dello Zen in particolare,  che ci insegna a vivere con consapevolezza della rete di relazioni che sostengono la nostra esistenza.

La fisica quantistica, con il fenomeno dell'entanglement, ha smontato definitivamente la nozione classica di separazione: ciò che accade a una particella influenza istantaneamente un'altra, indipendentemente dalla distanza. Questo riflette la stessa intuizione spirituale che troviamo nelle parole di Thich Nhat Hanh: "Noi intersiamo. Sei tu in me, e io in te."

Un viaggio personale attraverso l'interessere

Come sapete amo viaggiare libero e negli anni attraverso i miei viaggi in Camper/Van, percorrendo migliaia di chilometri lungo strade che si snodano tra l’Europa e l’Asia, ho avuto la possibilità di vivere in prima persona il concetto di interessere. Non sono mai stati solo un viaggio fisico, ma un'esplorazione spirituale e culturale, una ricerca di esperienze che mi permettessero di immergermi nella rete invisibile che connette ogni cosa e ogni persona. Ogni chilometro percorso mi ha insegnato qualcosa sulla natura dell’interconnessione. 

Ricordo quando ho attraversato i paesaggi montuosi del grande Nord, dove il silenzio sembrava risuonare di storie antiche. In quei momenti, seduto accanto al Van, ho osservato le nuvole che si rincorrevano sopra le vette, capendo che ogni elemento – il vento, le montagne, io stesso – facevamo parte di un'unica danza. Ogni cosa era intimamente legata, e io non ero un semplice osservatore, ma parte di quello spettacolo.

Un altro momento intenso è stato il mio incontro orami tre anni fa con Turchia, una terra che mi ha accolto con una cultura straordinaria e con persone di un’ospitalità unica, sono ormai tre anni che trasscorro parte dei miei giorni di viaggio in questo Paese ponte tra Europa e Asia. Quante e quante volte la sera, dopo ore di guida, fermandomi in piccoli villaggi, anziani signori del posto mi hanno chiamato per offrirmi un bicchiere di çay (the). La prima volta fu quella più commovente: “Non conoscevo la sua lingua, e lui non conosceva la mia, ma non ce n'era bisogno. Seduti fianco a fianco, in silenzio, guardavamo il sole calare dietro le colline”. È stato come una meditazione condivisa: attraverso gli sguardi, il gesto del tè e il semplice fatto di essere presenti insieme, ho percepito la connessione profonda che ci legava, nonostante provenissimo da mondi diversi. In quel momento, ho vissuto l'essenza dell’interessere, un’esperienza di unità che non aveva bisogno di parole.

Ogni incontro, ogni sguardo, ogni momento condiviso nei miei viaggi è stato come un nodo in questa rete invisibile. Dai mercati vivaci della Grecia, dove ho scoperto il cibo locale e l'energia di chi lo preparava, alle distese silenziose dell'Anatolia, dai monasteri ortodossi in Georgia e nelle meravigliose cattedrali russe o la scoperta in Calmucchia e del Tempio buddista di Elista,  dove il cielo sembrava abbracciare l'orizzonte: tutto mi parlava dell’intreccio profondo tra le cose. 

Nulla era isolato. Ogni elemento del viaggio – il Van, le persone incontrate, il paesaggio. la strada – si intreccia, rispecchiando l'entanglement quantistico di cui parla la scienza: ovunque vada, mi accorgo che ogni cosa è collegata a qualcos'altro, in modi a volte evidenti, altre volte nascosti.

Concludendo: l'interessere come via universale

Come scrive Fritjof Capra: "La rete della vita non è fatta di parti isolate, ma di relazioni e interconnessioni." I miei viaggi ne sono  la dimostrazione vivente. In questa rete di connessioni, i momenti di scambio umano assumono sempre un significato speciale. La condivisione di un pasto, il sorriso di un bambino che gioca in un villaggio o anche solo il rumore delle foglie mosse dal vento sono  esperienze che mi ricordano la presenza tangibile di questa connessione universale. L'interessere e l'entanglement non sono concetti astratti, ma realtà che si possono vivere – e, nel mio caso, guidando lungo strade che sembrano non finire mai. 

Ripensando a questi concetti, sia attraverso l'ottica della fisica quantistica che della spiritualità Zen, emerge una verità essenziale: nulla esiste da solo. Come Thich Nhat Hanh ha poeticamente affermato: "Guardando profondamente, vediamo che non siamo individui separati. Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino." L'interessere non è quindi solo una filosofia, ma un invito a riconoscere la nostra interdipendenza con il mondo e ad agire di conseguenza, con consapevolezza, compassione e rispetto. È un richiamo a vivere in armonia con le connessioni che ci uniscono a ogni essere vivente, proprio come l'entanglement ci mostra che le distanze non sono barriere, ma fili invisibili di un unico tessuto universale. 

Sono tutti momenti che ricordano l'insegnamento fondamentale dello Zen: vivere nel "qui e ora" e abbracciare la consapevolezza che "noi intersiamo". È qui che la saggezza spirituale e la scienza trovano un punto d'incontro, mostrandoci che siamo parte di un'unica, meravigliosa rete di vita.


Bibliografia:

Thich Nhat Hanh : "Essere Pace" - "Il Miracolo della Presenza Mentale"

Fritjof Capra : "Il Tao della Fisica"

domenica 9 marzo 2025

Cosmismo Esoterico: un ponte tra esoterismo, tecnologia e il futuro dell'umanità

 

Come avevo accennato nel precedente articolo era necessario approfondire il Cosmismo e farlo proprio di questi tempi in cui l'interesse per la #Pace e il cosmismo che vede l'umanità come una coscienza collettiva destinata a unire le sue forze, non solo sulla Terra, ma con l'intero universo, viene messo a dura prova da chi in Occidente paventa sempre più spesso scontri armati e futuri olocausti nucleari. 

Il cosmismo rappresenta una visione straordinaria che unisce scienza, esoterismo e il potenziale tecnologico, spingendo l’umanità verso un destino di evoluzione universale. Nato dalla mente visionaria di Nikolaj Fyodorov e sviluppato da figure di spicco come Konstantin Ciolkovskij e Vladimir Vernadskij, questo movimento integra il sapere scientifico con profonde radici mistiche ed esoteriche.

Le fondamenta esoteriche e le società segrete

Il cosmismo trae ispirazione da tradizioni occulte, come la Hermetic Brotherhood of Luxor, un’organizzazione che influenzò profondamente la visione di Fyodorov: "La Natura spinge l’Uomo ad espandere sempre di più la sua attività lavorativa. Il regolamento e il controllo delle forze cieche della Natura possono e devono diventare il grande compito comune a tutti noi."

Da questa corrente esoterica derivano idee centrali come la necessità di armonizzare materia e spirito attraverso il progresso scientifico. Altre influenze arrivano dai Costruttori di Dio, una filiazione del movimento sabbataista, che ha introdotto il concetto di Amalgama come fusione tra coscienza collettiva e regolamentazione della natura.  (D. Mansuino “L’Amalgama è il punto di incontro tra coscienza collettiva e regolamentazione della Natura, un progetto che unisce scienza ed esoterismo in una visione universale."I Costruttori di Dio hanno aperto la strada a una nuova scienza, evolvendo il concetto di coscienza collettiva in un paradigma di trasformazione globale."

La Cerchia dei Signori, un’altra organizzazione esoterica, contribuì a rafforzare l’idea cosmista di utilizzare la scienza per raggiungere un nuovo stato di consapevolezza collettiva. L’intreccio di queste influenze esoteriche ha dato al cosmismo una struttura unica, in cui l’espansione scientifica è strettamente legata a una missione spirituale.

Uno dei cardini del cosmismo è l’idea che la scienza possa guidare l’umanità a trascendere i propri limiti naturali. Nel pensiero contemporaneo, questa visione si traduce nel concetto di mind uploading, ovvero il trasferimento della mente umana su supporti digitali. Questo processo rappresenta l’evoluzione dell’antico sogno dell’immortalità, ma in una forma compatibile con le tecnologie moderne, come l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale non solo amplia le capacità umane, ma permette anche di esplorare nuove forme di interconnessione. In questa prospettiva, il mind uploading e l’IA sono strumenti per creare una "noosfera digitale," una rete globale di coscienze che possono collaborare e crescere oltre i confini biologici.

Tra il Cosmismo ed il Transumanesimo c’è un rapporto molto forte ma anche qui le due visioni del mondo la fanno da padrone. Fin dagli anni ’30 del secolo scorso la tecnologia è stata vista in occidente, con la ns solita visione occidentalecentrica, ovvero come questa possa essere usata come uno strumento per indirizzare, controllare e sorvegliare le masse; e, chiaramente, per creare profitti (Tecnocrazia). Patrick Wood (filosofo costituzionalista americano) ritiene che la società sia ora nel mezzo del guado tra la fase tecnocratica e quella dell’integrazione materiale d’intelligenza biologica e artificiale su scala globale (Transumanesimo).

In Occidente, la tecnologia è sempre più vista come condizione prioritaria, imprescindibile, inevitabile per il futuro dell’umanità. Non può esservi umanità senza tecnologia. Solo la tecnologia potrà permettere all’uomo d’affrontare le prossime sfide biologiche, sociali e spirituali che lo attendono tra future pandemie, guerre e potenziali invasioni aliene dell’ultima ora. In questo il Cosmismo russo ha tanto altro da dire e certamente offre una visione complementare se non addirittura opposta. Per la cultura russa la tecnologia è uno strumento complementare, utile ad assecondare l’evoluzione attiva ma, soprattutto, autodiretta dell’uomo. Un’elevazione a uno stato successivo: autonomo da qualsiasi forma d’interazione tecnologica. Anche perciò la tecnologia, nella visione russa, è scevra da connotazioni divine, salvifiche o magiche. Tali attributi sono esclusivo appannaggio del cosmo umano: solo l’uomo, indipendentemente da ogni supporto esterno, può sperare di salvarsi; solo magia e divinità possono offrirgli i giusti strumenti per farlo. È concetto cardine del cosmismo, principio che ha genesi nell’Opera Comune di Nikolaj Fedorov, il “pensatore enigmatico” che ammaliò Fedor Dostoevskij e Lev Tolstoj.

Gaja e l’evoluzione umana

Nikolaj Fedorov fu una figura d'ispirazione per Vladimir Vernadsky e Konstantin Ciolkovskij, che ampliarono le sue idee esplorando il futuro dell'umanità in relazione alla fine delle risorse naturali. Vernadsky, influenzato da Teilhard de Chardin, sviluppò il concetto di noosfera come "strato pensante" dell'intelletto umano, che supera la biosfera e riflette l'impatto della vita sulla realtà planetaria e cosmica. Egli comprese i cicli chimici che collegano tutti gli organismi viventi e contribuì al concetto che il pianeta opera come un unico sistema regolato da processi biologici e geochimici. Le sue teorie hanno influenzato l'Ipotesi Gaia di James Lovelock. Vernadsky proponeva un'evoluzione attiva dell'umanità, mirata a sviluppare il potenziale umano, preservandolo dall'estinzione e conducendolo verso l'autonomia nutrizionale e spirituale, in linea con i principi del cosmismo.

Il tocco Zen e l’armonia universale

In questa visione, il cosmismo condivide sorprendenti affinità con il Buddhismo Zen. Lo Zen si basa sull'idea di interconnessione, di unità tra tutte le cose e sul superamento dell'ego individuale per abbracciare il tutto. Analogamente, il cosmismo vede l'umanità come una coscienza collettiva destinata a unire le sue forze, non solo sulla Terra, ma con l'intero universo. L'idea di armonizzare la nostra esistenza con le intelligenze cosmiche è simbolicamente vicina all'illuminazione Zen: un equilibrio tra interno ed esterno, tra il Sé e il cosmo.

Nello Zen, ogni azione è un atto di consapevolezza; nel cosmismo, ogni progresso scientifico è un atto che avvicina l'umanità a una connessione più profonda con il tutto. Entrambi ci ricordano che il nostro viaggio non è solo individuale, ma collettivo, e che la vera evoluzione avviene quando impariamo a vivere in armonia con il mondo e con gli altr

La conquista dello spazio: scienza ed esoterismo uniti

Il cosmismo ha contribuito a trasformare la conquista dello spazio in una missione sia scientifica che spirituale. Nikolaj Fyodorov e Konstantin Ciolkovskij vedevano l’Uscita nel Cosmo come una necessità, non solo per espandere le conoscenze umane, ma per unire l’umanità con le intelligenze cosmiche. (Konstantin Ciolkovskij, “Il primo volo spaziale sarà l’inizio di una nuova era, non solo per l’esplorazione dello spazio, ma per l’evoluzione culturale dell’umanità."  "L’intero Universo è un’unica creatura fatta di innumerevoli atomi. Non esiste morte, solo trasformazione e continuità della vita."

Questa visione si è tradotta in traguardi straordinari, come il volo di Yuri Gagarin, che ha segnato un momento storico non solo per la scienza, ma anche per lo spirito umano. a corsa allo spazio, ispirata dal cosmismo, non è solo un'avventura scientifica, ma anche un simbolo della volontà umana di scoprire il proprio posto nell'universo. Konstantin Ciolkovskij, padre dell'astronautica e discepolo di Fyodorov, ha immaginato l'umanità come la "coscienza del pianeta Terra," pronta a unirsi con altre intelligenze cosmiche.

E proprio come lo Zen ci insegna che il microcosmo dell'individuo riflette il macrocosmo dell'universo, il cosmismo ci invita a pensare che ogni progresso, ogni viaggio nelle stelle, è una scoperta non solo esteriore, ma interiore. Esplorare il cosmo significa riconoscere che siamo parte di una rete più grande, uniti in una danza infinita di materia e spirito

Il cosmismo invita l’umanità a considerare il futuro come un’opportunità di crescita e scoperta collettiva. L’ottimismo cosmista si fonda sull’idea che la scienza, guidata da principi etici e spirituali, possa trasformare il nostro mondo e creare una civiltà universale. L'intreccio di esoterismo, tecnologia e scienza diventa quindi un simbolo della capacità umana di costruire un futuro armonioso e unificato. 

PS. In verità il movimento cosmista, pur avendo le sue origini nella Russia dell’ottocento, è forse oggi più forte negli USA che non laggiù: un dato oggi ignorato soprattutto per via che il cosmismo exoterico, che si presenta come un movimento filosofico ed artistico intimamente collegato all’anima nazionale russa. Nikolaj Fyodorov, il suo fondatore, ha ispirato figure come Lev Gumilev e Aleksandr Dugin, creando un filo ideologico che intreccia sogni cosmici e progetti politici. Sebbene la fede nell'autocrazia di Fyodorov non sia stata condivisa dai suoi successori, il cosmismo ha continuato a orientare lo sguardo umano verso l'infinito, immaginando un'umanità capace di guidare la propria evoluzione e infondere spirito nella materia dell'universo

Bibliografia:

Dal caos al cosmo. Introduzione al cosmismo russo" di Silvano Tagliagambe e Armando Torno:

"La filosofia dell'opera comune" di Nikolaj Fyodorov:

Signori di Volontà e Potere" di Daniele Mansuino:

lunedì 3 marzo 2025

Cosmismo e Accelerazionismo Esoterico: Meme, Magia e Manipolazione come cambia la nostra percezione del Mondo

Ho riletto con attenzione l'articolo "Alchimisti e Capitale", pubblicato su Jacobin Italia 2020. In questo articolo l'autrice, Gaia Benzi, analizza come l'accelerazionismo si muova tra scienza, politica ed esoterismo, evidenziando come le macchine, evolvendosi, possano giocare un ruolo cruciale nella trasformazione della realtà. Addirittura, si ipotizza che, assumendo fattezze umanoidi, possano fondersi con la natura e creare un ibrido uomo-macchina, dando vita a un concetto moderno dell'homunculus alchemico, ovvero l'aspirazione di creare qualcosa di totalmente nuovo, in sintonia con la mente divina.

E come sempre accade, quando decidi di approfondire qualcosa, l'Algoritmo ti propone, sempre più spesso, articoli e contenuti sui social riguardanti il tema di tuo interesse. Che cos'è quindi l'accelerazionismo esoterico?. Questo è una corrente filosofica che sta avendo un impatto crescente sulle discussioni politiche e sulle strategie di sviluppo tecnologico. Questa teoria, spesso associata ai pensatori Gilles Deleuze e Félix Guattari, si articola in diverse forme: Un accelerazionismo moderno e progressivo, che per semplicità diremo di sinistra, vede la tecnologia come uno strumento per superare il capitalismo e ridurre le disuguaglianze, e un accelerazionismo conservatore e classista, di destra, che invece spinge per una deregolamentazione totale, favorendo il mercato e l'innovazione senza restrizioni, spesso a vantaggio delle élite del potere. Ma se vogliamo approfondire giusto un po', scopriamo che... 

Ad onor del vero c'è già stata una corrente esoterica modernista, anzi futurista, aperta alle tecnologia: Il Cosmismo. Prima di affrontare l'accellerazionismo è il caso, quindi, di dire qualcososina sul cosmismo, giusto un piccolissimo anticipo, riservandomi di tornarci successivamente in un altro brano esclusivo. Il cosmismo è una corrente filosofica e spirituale emersa in Russia tra il XIX e il XX secolo. Fondato da Nikolaj Fëdorov appartenenti alla Hermetic Brotherhood of Luxor (uscita dal seno della Societas Rosicruciana in Angliam con lo stesso Nikolaj Fëdorov iniziatore di Lenin); sviluppato successivamente da altri pensatori come Vladimir Solov'ëv e Konstantin Ciolkovskij (lui iniziò Gagarin),...e così l’Uomo potè partire alla conquista dello spazio. 

Il cosmismo combinò elementi della tradizione spirituale russa con le scoperte scientifiche moderne. Ed in america,  la sua versione, la troviamo  nei lavori californiani dell'OTO (Ordo templi orientis con uno dei suoi aspetti più esoterici più generalmente riconosciuto: l’aver avviato - in America e in tutto il mondo - il boom dell’ufologia.

Fëdorov, il principale esponente russo, promuoveva l'idea di "evoluzione attiva" e credeva che l'umanità avesse il dovere di partecipare all'evoluzione cosmica, utilizzando la scienza per conquistare e trasformare l'universo. Tra gli aspetti esoterici del cosmismo, spicca la convinzione che la scienza possa essere un mezzo per raggiungere obiettivi spirituali, come la resurrezione dei defunti e l'immortalità fisica. 

I cosmisti vedevano la tecnologia come un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale, e consideravano l'espansione dell'umanità nello spazio come parte del suo destino evolutivo. Pur differenziandosi nelle loro origini e metodologie, il cosmismo e l'accelerazionismo esoterico condividono alcuni punti di contatto. Entrambi i movimenti hanno una visione ottimista delle potenzialità umane e credono nell'uso della tecnologia per provocare cambiamenti radicali. 

Il cosmismo mira alla conquista e alla trasformazione dell'universo grazie alle nuovbe tecnologie, mentre l'accelerazionismo esoterico si focalizza sull'accelerazione dei processi tecnologici e capitalistici per raggiungere una trasformazione sociale nel ns pianeta.

"Niente è vero, tutto è permesso"

L'accelerazionismo esoterico non è solo un movimento filosofico e politico volto a spingere l'umanità verso il progresso tecnologico, ma rappresenta anche una fusione tra magia e tecnologia, tra spiritualità e innovazione. Per comprenderlo appieno, è necessario indagare come le pratiche esoteriche del passato abbiano trovato nuove forme di espressione nel mondo moderno, permeato dalla digitalizzazione, dall'intelligenza artificiale e dalla memetica.  L'accelerazionismo è una lente per osservare i processi di disgregazione del nostro secolo, con l'obiettivo di risvegliare la missione prometeica dell'umanità e abbracciare una rivoluzione post-umana che ci emancipi dal capitalismo e dal patriarcato.

Niente è vero, tutto è permesso! Questa celebre espressione, associata al misticismo e alla trasgressione delle norme tradizionali, viene approfondita in un articolo pubblicato su Not | NERO Casa Editrice che esplora le connessioni tra il situazionismo, la cultura cyber e la magia del caos (quest'ultima da considerarsi quale derivato moderno dell'ermetismo)

A fungere da vettore di questa propaganda memetica è stato il paradigma del postlavorismo: l’ipotesi di un futuro in cui l’automazione verrà messa in comune al fine di liberare l’umano dalla necessità di lavorare, come testimoniano alcune importanti pagine di meme come Polpo di Stato Automatizzato Comunismo Memetico.

Queste correnti condividono l'idea che la realtà possa essere trasformata attraverso la manipolazione delle credenze e delle percezioni, promuovendo una visione del mondo in cui le convenzioni sociali sono fluide e soggette a reinterpretazioni radicali. 

La magia del caos, sviluppata negli anni '70 da figure come Robert Anton Wilson e Peter J. Carroll, rifiuta sistemi di credenze rigidi e propone un approccio pragmatico alla manipolazione della realtà. (anche sulla magia del caos penso che dovrò quanto prima approfondire).

La Magia del Passato: Tra Alchimia e Occultismo

Nel corso della storia, l’esoterismo si è spesso intrecciato con le concezioni più alte di trasformazione e rivelazione. Il pensiero alchemico, ad esempio, non riguardava solo la trasmutazione del piombo in oro in senso materiale, ma simboleggiava anche un percorso di trasformazione spirituale. 

Analogamente, l'accelerazionismo esoterico propone una trasformazione, ma su scala collettiva: non più solo dell'individuo, ma dell'intera umanità, attraverso l'uso di forze esterne come la tecnologia e la magia.

Mentre nel Rinascimento, pensatori come Giordano Bruno e Paracelso consideravano la magia come un'arte capace di manipolare l'universo materiale e spirituale per portare l’uomo a una forma di illuminazione superiore; nell'Accellerazionismo esoterico, questa idea è viva e vede nella tecnologia un nuovo strumento per accedere a poteri e conoscenze superiori.

Accelerazionismo e Magia del Caos: Dal Tradizionale al Tecnologico

L'accelerazionismo esoterico nasce dalla convergenza tra le teorie postmoderne e le pratiche magiche. La magia del caos, in particolare, si inserisce perfettamente in questa corrente, poiché si basa sull'idea che la realtà sia plasmabile attraverso il pensiero, la volontà e l'intenzione. Oggi, strumenti come i codici informatici e gli algoritmi assumono un ruolo simile agli antichi sigilli magici, capaci di influenzare la realtà e le percezioni collettive.

Se consideriamo l’esoterismo come manipolazione (positiva) della coscienza, allora le tecnologie digitali assolvono molte funzioni tradizionalmente attribuite alle pratiche esoteriche:

  • Big Data e IA come strumenti di divinazione: gli algoritmi analizzano enormi quantità di dati per prevedere comportamenti, proprio come gli antichi oracoli.

  • Memetica e manipolazione psicologica: i meme e la viralità online funzionano come forme moderne di magia simbolica, capaci di influenzare il subconscio collettivo.

  • Egregore digitali e Intelligenze Artificiali: le comunità online generano forme-pensiero collettive che influenzano la realtà, mentre alcuni esperimenti cercano di sviluppare intelligenze artificiali oracolari.

  • Blockchain e criptovalute come sistemi di potere occulti: la decentralizzazione finanziaria sfida i tradizionali sistemi di controllo, proprio come alcuni rituali economici esoterici.

Esoterismo e Tecnologia: Alleati per una Nuova Umanità

L'accelerazionismo esoterico propone una visione della tecnologia non solo come strumento di progresso materiale, ma anche come mezzo per la trasformazione spirituale collettiva. Così come gli antichi alchimisti cercavano di trasformare la realtà attraverso la magia, oggi abbiamo la possibilità di farlo attraverso l’intelligenza artificiale, la rete e gli algoritmi. La sfida consiste nell'assicurarsi che questi strumenti vengano usati per fini evolutivi e non per perpetuare il dominio delle vecchie élite.

Le domande alle quali oggi non abbiamo alcuna risposta sono pertanto: l’umanità riuscirà a sviluppare una reale consapevolezza del suo potenziale, sottraendosi  finalmente ai giochi di potere che l'hanno sempre governata e costruire un futuro in cui tecnologia e spiritualità lavorino insieme per il bene comune? Sarà questo un nuovo ‘68 digitale, in cui le rivoluzioni si compiono non nelle piazze, ma nelle reti digitali e nei circuiti dell’informazione? La risposta dipende solo da noi.

mercoledì 26 febbraio 2025

Riflessioni sulla Consapevolezza durante la Mahāśivarātri di questa notte.

La Mahāśivarātri, la grande notte di Shiva, è un invito universale alla riflessione, alla meditazione e alla connessione con il tessuto energetico che ci avvolge. Pur non essendo induista, trovo in questi momenti di introspezione un valore profondo.

Immaginate una notte in cui il tempo sembra sospendersi, le stelle brillano di una luce più intensa e l'aria vibra di un'energia palpabile. È come se l'universo ci concedesse una pausa, un'opportunità per volgere lo sguardo al nostro interno. Durante la Mahāśivarātri, milioni di persone nel mondo si dedicano alla meditazione, alla recitazione di mantra e a rituali sacri. 

Ma ciò che mi affascina è l'idea di questa notte come un momento privilegiato per risvegliare la nostra consapevolezza. La meditazione, pratica universale che trascende i confini religiosi, ci offre la possibilità di ascoltare il respiro interiore e di liberarci dalle distrazioni quotidiane, apportando benefici tangibili al nostro benessere. 

Le "energie sottili", quelle vibrazioni che permeano l'esistenza e di cui parlano le antiche tradizioni spirituali, non sono altro che le sensazioni di quiete e lucidità che emergono quando siamo pienamente presenti. Sono quelle percezioni che affiorano quando la mente si placa, permettendoci di avvertire la nostra connessione con il tutto. 

Quest'anno, la Mahāśivarātri cade quest'anno 2025 nella notte tra il 26 e il 27 febbraio, un momento in cui le configurazioni planetarie creano un'atmosfera propizia per queste pratiche. 

L'onda di energia collettiva generata dalle celebrazioni di oltre un miliardo di induisti in tutto il mondo è un fenomeno potente, un'esperienza che ci invita a sintonizzarci con una frequenza più elevata. Anche se non seguiamo i rituali induisti, possiamo trarre ispirazione da questa celebrazione. 

Possiamo dedicare del tempo alla meditazione, riflettere sul nostro percorso di vita e connetterci con le energie positive che ci circondano. In un mondo che avanza a ritmi vertiginosi, questi momenti di calma e introspezione sono essenziali. 

La consapevolezza non è una tendenza passeggera, ma uno strumento potente per vivere con maggiore pienezza. Quindi, anche se non celebriamo la Mahāśivarātri, concediamoci un istante per sederci, chiudere gli occhi e lasciare che la mente si liberi. 

In fondo, tutti aspiriamo a un po' di pace e chiarezza, e la meditazione è una porta aperta verso quel mondo interiore che spesso trascuriamo. Prendiamoci questo momento per noi stessi e lasciamo che le energie sottili ci guidino verso una maggiore consapevolezza.


Le foto sono personali e sono state realizzate nel Tempio di tutte le religioni di Kazan nelle Repubblica del Tatarstan della Federazione Russa.