sabato 8 febbraio 2025

Consapevolezza, ego e azione.

Nel percorso personale di introspezione cerco di vivere con maggiore consapevolezza. Questo mi porta a riconoscere il mio ego: un vecchio amico di cui farei volentieri a meno, ma che, per compassione, porto comunque con me, cercando di non lasciarmi dominare. Come insegna il monaco Thich Nhat Hanh, “la consapevolezza è come il sole: quando splende su cose, queste vengono trasformate”. Essere consapevole del mio ego mi permette di integrarlo nel mio percorso e a piccoli passi, trasformarlo.

Attraverso le mie letture, ho avuto la fortuna di incontrare il pensiero di Alexander Berzin, studioso e praticante del Buddhismo tibetano. Discepolo di grandi maestri, ha dedicato la sua vita alla diffusione degli insegnamenti buddhisti in Occidente, concentrandosi sulla loro applicazione nella vita quotidiana. Grazie a lui ho iniziato a esplorare il concetto di "io" e la sua relazione con la felicità e l'infelicità. 

Secondo Berzin, tutti noi abbiamo un senso innato di "io", un centro dell'universo che si sveglia la mattina, attraversa la giornata tra emozioni e pensieri e si addormenta la sera. Questo "io" cerca costantemente la felicità e il modo di evitare i problemi, ma la vita non segue mai i nostri piani. Se impariamo a riconsiderare il nostro "io" e il suo rapporto con gli altri, possiamo sviluppare maggiore apertura, serenità e persino felicità, anche di fronte alle avversità.

L'addestramento mentale, o "lojong" in tibetano, ci insegna a cambiare il nostro atteggiamento verso la vita. Nel Buddhismo, la felicità è definita come una sensazione che, nel momento in cui la sperimentiamo, non vorremmo che finisse mai. È uno stato mentale che accompagna le nostre esperienze, fisiche o cognitive. Tuttavia, la vita è fatta di alti e bassi e il nostro umore non sempre riflette ciò che viviamo. Un atteggiamento mentale produttivo ci aiuta a non esagerare l'importanza delle nostre sensazioni e a vedere la realtà con maggiore equilibrio.

Uno degli insegnamenti fondamentali del lojong è superare l'egoismo e sviluppare empatia. Chiedersi chi sia più importante, se noi stessi o tutti gli altri messi insieme, aiuta a ridimensionare la nostra prospettiva e a migliorare il nostro benessere emotivo.

Un altro principio essenziale è l'impermanenza: tutto è in costante cambiamento. La nostra mente è come un oceano: in superficie si agitano le onde delle emozioni, ma nelle profondità regna la quiete. Comprendere l'impermanenza ci aiuta a restare calmi di fronte alle difficoltà e a vivere i momenti di gioia senza attaccamento eccessivo.

La consapevolezza non è un fine, ma uno strumento per agire con saggezza e compassione. Nessun individuo esiste in isolamento: siamo tutti interconnessi. Riflettere su come le nostre scelte – lo stile di vita, i consumi, la partecipazione alla società – influenzino il benessere collettivo è parte di questo percorso. Per questo, nel mio piccolo, mi sono sempre impegnato per i diritti civili, l'inclusione delle persone con disabilità, la tutela degli immigrati e la legalità. Ho partecipato ad esempio con passione e dolore a diverse esperienze sociali nell'arco della mia vita, perché credo che solo vivendo il presente con pienezza possiamo unire crescita interiore e azione concreta, contribuendo a un mondo più giusto e armonioso.

Nella mia ricerca ho scoperto i cinque addestramenti della consapevolezza, espressione pratica degli insegnamenti del Buddha sulle Quattro Nobili Verità e il Nobile Ottuplice Sentiero. 

Essi comprendono: il rispetto per la vita, la ricerca della vera felicità, il vero amore, l'ascolto profondo e un consumo attento, capace di nutrire sia il corpo che la mente.

Questo è uno dei percorsi possibili, certamente il mio, da affrontare giorno giorno come un viandante guidato da una lampada nell oscurità. Ma come dice il Dalai Lama, il più famoso monaco buddhista impegnato socialmente: "Ognuno di noi ha la responsabilità di tutta l’umanità. È tempo di pensare agli altri come veri fratelli e sorelle e di preoccuparsi del loro benessere, riducendo le loro sofferenze".

Per me, consapevolezza significa proprio questo: pensare di più al futuro e al benessere di tutta l’umanità.

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