martedì 28 gennaio 2025

Costellazioni familiari: Psicoterapia di gruppo, teatro o ...fuffa guru?

Quando ho sentito parlare per la prima volta delle costellazioni familiari, ammetto di essere rimasto perplesso. La descrizione mi suonava tanto affascinante quanto lontana dal mio modo razionale di vedere le cose. Incuriosito, ho voluto approfondire: ho ascoltato i racconti di chi aveva vissuto questa esperienza e letto testimonianze online. Alcuni parlavano di un impatto emotivo travolgente, quasi liberatorio, di conflitti interiori che improvvisamente trovavano una via d’uscita. Altri, più scettici, ammettevano comunque di essere rimasti colpiti dalla profondità delle dinamiche emerse.


Le costellazioni familiari, ideate dal terapeuta tedesco Bert Hellinger, non sono né scienza né un trattamento terapeutico riconosciuto dalla comunità scientifica. Nonostante citino la Psicologia Sistemica, non ci sono prove solide che ne dimostrino l’efficacia o che possano spiegarne i meccanismi in termini oggettivi. Si tratta, piuttosto, di un’esperienza simbolica, una messa in scena in cui i partecipanti, chiamati “rappresentanti”, incarnano figure familiari o aspetti della vita di una persona, posizionandosi nello spazio in modo da rivelare dinamiche nascoste. È in questo contesto che emergono emozioni profonde, spesso inaspettate, e talvolta nuove consapevolezze.

Ammetto che l’idea di estranei che, senza conoscere nulla della tua vita, riescono a “percepire” emozioni o dinamiche familiari mi lascia perplesso. I sostenitori del metodo parlano di concetti come il campo morfogenetico, una sorta di energia che connetterebbe i membri di un sistema familiare, o di una risonanza empatica che permette ai rappresentanti di accedere a informazioni intuitive. Tuttavia, queste spiegazioni non hanno alcun fondamento scientifico. È importante ribadirlo: le costellazioni familiari non appartengono al mondo della scienza, e i loro risultati non possono essere considerati alla stregua di quelli di un trattamento terapeutico basato su prove.

Ciononostante, non si può negare che molte persone ne traggano un beneficio. Questo mi porta a riflettere su quanto sia potente la componente simbolica e rituale che caratterizza queste esperienze. Mi viene in mente, per esempio, il lavoro di Georges Ivanovič Gurdjieff, figura centrale dell’esoterismo del XX secolo, che utilizzava danze sacre e rituali per rompere gli automatismi mentali e risvegliare una consapevolezza più profonda. Anche nelle costellazioni familiari il rituale gioca un ruolo centrale: non tanto per offrire risposte definitive, ma per mettere in luce dinamiche che normalmente restano nell’ombra.

Le costellazioni familiari possono ricordare alcune delle pratiche spirituali e di ricerca dell'ignoto che erano popolari nel XIX secolo, come le sedute spiritiche. In entrambi i casi, c'è una tendenza a cercare risposte o a confrontarsi con aspetti misteriosi della vita attraverso mezzi non scientifici. Queste pratiche spesso attirano persone della media o alta borghesia, forse perché hanno le risorse e il tempo per esplorare tali esperienze alternative. Le sedute spiritiche dell'800 erano un modo per le persone di confrontarsi con la morte, l'aldilà e altri fenomeni inspiegabili, spesso in un contesto sociale ed emozionale. Allo stesso modo, le costellazioni familiari cercano di esplorare e rivelare dinamiche nascoste delle relazioni familiari, offrendo una sorta di esperienza catartica o di nuova consapevolezza. È interessante notare come entrambe le pratiche, nonostante la mancanza di fondamenti scientifici, possano comunque avere un impatto significativo sulle persone. La componente rituale e simbolica sembra giocare un ruolo cruciale, offrendo un contesto in cui le emozioni e le intuizioni possono emergere in modo più vivido.

Tuttavia, il mio lato razionale mi porta a considerare un’altra possibilità, forse più semplice e concreta. Credo che gran parte di ciò che accade nelle costellazioni familiari possa essere spiegato da meccanismi psicologici noti, come l’effetto placebo o la suggestione. In un contesto carico di significato simbolico ed emotivo, il nostro cervello – un organo di cui conosciamo ancora così poco – può entrare in uno stato di apertura particolare. È come se mettesse in scena, per conto nostro, una narrazione capace di darci conforto o di aiutarci a vedere le cose sotto una nuova luce.

Le costellazioni familiari non considerano affatto l'impatto delle strutture sociali, delle relazioni interpersonali e dell'ambiente circostante sulla nostra vita. Noi sappiamo che il contesto culturale e sociale in cui viviamo ha un impatto significativo sul nostro comportamento e sulle nostre credenze. Potrebbe essere interessante capire come le costellazioni familiari riflettano o sfidino le norme culturali e sociali relative alla famiglia e alle relazioni. Le costellazioni familiari coinvolgono la partecipazione di più persone, estranee tra loro, che agiscono come "rappresentanti". Quali dinamiche di gruppo entrano in gioco influenzando l'esperienza dei partecipanti e come i ruoli assegnati riflettono le gerarchie e le strutture di potere all'interno delle famiglie? E infine, quali risposte possono emergere se i partecipanti interpretano le esperienze dal loro punto di vista durante le costellazioni familiari? Ci sarebbe poi la necessità di esplorare come le persone attribuiscono significati a queste rappresentazioni simboliche e come queste interpretazioni influenzino la loro comprensione delle proprie relazioni familiari. L'ambiente circostante gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite.

È fondamentale anche considerare il potenziale pericolo che queste sessioni possano avere su menti vulnerabili, peggiorando addirittura la qualità di vita del partecipante. Le emozioni intense emerse durante le costellazioni familiari potrebbero risultare difficili da gestire senza il giusto supporto, rischiando di sopraffare chi è particolarmente sensibile.

Al netto dell’esprimere scetticismo riguardo alla mancanza di basi scientifiche delle costellazioni familiari e alla loro dipendenza da concetti non verificabili come il campo morfogenetico, sarebbe interessante sottolineare l'importanza di approcci basati su prove empiriche nel comprendere e affrontare i problemi umani. Questa non è una critica al metodo in sé. Anzi, penso che il fatto di portare alla luce emozioni represse o nodi irrisolti abbia un valore importante per molte persone. Tuttavia, è fondamentale mantenere una certa chiarezza: le costellazioni familiari non possono essere considerate una terapia nel senso scientifico del termine. Non ci sono dati empirici che ne confermino l’efficacia e molti dei concetti che le sostengono, come i campi energetici, rientrano più nell’ambito delle metafore che in quello delle realtà dimostrabili.


Alla fine, non ho certezze. Forse c’è davvero qualcosa che ci sfugge, un fenomeno ancora non spiegato. O forse è il nostro cervello, con le sue infinite risorse, che si occupa di costruire significati e di guidarci verso una qualche forma di guarigione emotiva. Qualunque sia la verità, trovo affascinante il modo in cui, anche attraverso strumenti non scientifici, le persone riescano a esplorare le proprie emozioni e, in qualche caso, a sentirsi meglio.

Le costellazioni familiari, come molte pratiche non scientifiche, possono effettivamente attirare persone che cercano risposte rapide o soluzioni ai loro problemi emotivi e relazionali. E, purtroppo, ci sono sempre rischi legati anche allo sfruttamento economico quando si parla di metodi che non hanno solide basi scientifiche. In effetti, la popolarità delle costellazioni familiari ha portato alla proliferazione di facilitatori e workshop che possono risultare molto costosi. Questo può trasformarsi in un'opportunità per alcuni di sfruttare la vulnerabilità delle persone, offrendo promesse di guarigione o soluzioni che potrebbero non avere un reale fondamento. È questo il rischio? Dipende da come le affrontiamo, se come un gioco di società, un po' come facevano le società segrete nell’800 con le sedute spiritiche, oppure per risolvere davvero situazioni di disagio personale. In questo caso, ricorrere a un buon terapista forse sarebbe meglio.






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