Ho appena finito di rivedere “Alice in Borderland” e in attesa della terza serie tento di riflettere su alcuni concetti. "Alice in Borderland" è una serie TV giapponese basata sull’omonimo manga di Haro Aso. Come suggerisce già il titolo, trae ispirazione dal racconto classico di "Alice nel Paese delle Meraviglie", i parallelismi sono evidenti fin dall'inizio: dal bagno/tana del coniglio, alla presenza simbolica delle carte da gioco, fino ai personaggi enigmatici come il Cappellaio. Ryōhei Arisu, il protagonista, è un giovane appassionato di videogiochi che si ritrova bloccato in una Tokyo distopica e desolata, costretto, insieme ai suoi amici, a partecipare a giochi mortali per sopravvivere.
È interessante notare come l’elemento esoterico attraversi tutta la serie. La trama è ricca di simbolismi e misteri che richiamano concetti esoterici. I giochi stessi possono essere interpretati come prove iniziatiche, in cui i personaggi devono superare sfide simboliche che rappresentano non solo la loro forza fisica, ma anche una crescita spirituale e mentale. Questo aspetto conferisce profondità alla narrazione, sottolineando come ogni gioco sia una metafora per il viaggio interiore e la scoperta di sé. Un aspetto importante delle prove è la crescita di consapevolezza: il protagonista, Ryōhei Arisu (Alice), deve crescere, maturare e affrontare le sue paure per poter salvare i suoi amici e se stesso. "Questo richiama il celebre concetto socratico del 'Conosci te stesso' ('Nosce te ipsum'), che sottolinea quanto sia essenziale la conoscenza di sé per affrontare e superare le sfide della vita. Attraverso il proprio cammino interiore e il confronto con le paure più profonde, Ryōhei Arisu si avvicina sempre di più alla comprensione del suo ego e alla maturazione necessaria per salvare i suoi amici."
La serie esplora anche il tema della resilienza umana,
mostrando come, di fronte a circostanze estreme, le persone sviluppino
strategie adattive e risorse interne per sopravvivere. La resilienza emerge non
solo a livello individuale, ma anche come qualità collettiva, una capacità di
adattamento alle avversità e alle forze oppressive. I protagonisti affrontano
un sistema brutale che li sfrutta, riuscendo comunque a trovare modi per
resistere e navigare in questo mondo ostile.
Ma “Alice in Borderland” va oltre.
Al centro della serie c’è anche la dinamica dei “fratelli coltelli”. Situazioni di alta tensione e competizione estrema spesso portano a divisioni interne, persino tra gruppi inizialmente uniti. La serie mostra come, sotto pressione, la conflittualità e la lotta per la sopravvivenza possano trasformarsi in una guerra fratricida senza esclusione di colpi. Nei momenti critici, persino gli alleati possono diventare nemici, con egoismo e istinto di sopravvivenza che prevalgono sulle relazioni di solidarietà.
Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle società
molto competitive, un tema che si riflette anche nei luoghi di lavoro o nelle
organizzazioni, dove spesso si perde di vista l’obiettivo comune e inizia una
lotta per il controllo assoluto.
L’episodio finale della prima stagione rivela una verità
scioccante: i dealer non sono altro che cittadini comuni, sottoposti alle
stesse conseguenze. Questo ricorda coloro che si sottomettono a un "padrone" credendosi “importanti” e salvi,, solo per scoprire alla fine di essere sacrificabili
quanto gli altri.
Tra tutti i personaggi, Ryōhei Arisu si distingue per essere
l’unico a capire che la chiave per sopravvivere è restare uniti. La sua visione
di collaborazione e solidarietà diventa un faro di speranza nel caos. Un altro aspetto significativo della serie è che ogni personaggio, anche
il più duro o competitivo, porta con sé traumi e ferite del passato."Il
comportamento di ciascuno, anche quando irrazionale, è spesso il risultato
diretto di queste esperienze." Non siamo molto lontani dall' "empirismo" di Hume ma sopratutto dall'interazionismo simbolico di Goffman "come le persone interpretano e reagiscono ai contesti sociali sulla base delle loro esperienze passate".
Nella nostra realtà, questa tensione tra adattamento,
resilienza e conflitti interni continua a modellare le relazioni sociali e le
strutture di potere, spingendo le società a trovare costantemente nuovi modi
per sopravvivere e prosperare contro ogni avversità.
È un invito a riflettere sulle sfide e opportunità che affrontiamo nella vita quotidiana, e sull’importanza di trovare un equilibrio tra adattamento e resistenza. Vivere nel qui e ora ci permette di affrontare ogni momento con una mente lucida e aperta E come sovente accade nelle storie distopiche poco importa che tu stia affrontando un'apocalisse zombie, un'invasione aliena o una pandemia, quelli che più bisogna temere sono sempre gli uomini, a confermare ulteriormente che popolo di idioti riusciamo ad essere.
In sintesi, "Alice in Borderland' non solo mette in luce la resilienza umana contro le forze opprimenti, ma anche la fragilità e la complessità delle relazioni umane in contesti di crisi. È un invito a riflettere non solo sulle sfide e le opportunità che incontriamo nella nostra vita quotidiana, ma anche su quanto sia fondamentale trovare un equilibrio tra adattamento e resistenza. La consapevolezza del qui e ora ci richiama non solo a essere presenti, ma anche ad agire. L'inazione e l'ignavia sono nemici della crescita e del superamento delle difficoltà. Solo attraverso un'azione consapevole possiamo sperare di navigare attraverso le tempeste della vita e trovare la vera essenza del nostro essere."
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