domenica 7 marzo 2021

A proposito di Rinascimento, pandemia, creatività e PD

La creatività, come dice Umberto Santucci non è sempre e solo inventare cose nuove, produrre idee e soluzioni mai trovate prima. Molto più spesso è riciclo di idee precedenti, riuso, riduzione o amplificazione, variazione, combinazione fra cose diverse. Anche le più grandi opere d’arte non nascono dal nulla, ma spesso riciclano opere precedenti. Un esempio per tutti è il Rinascimento, checché ne racconti #Renzi agli arabi,  che ripensa e ripropone a modo suo i canoni dell’antica bellezza greca e romana, in modo talmente originale da farne uno stile epocale.

La grande clausura mondiale che stiamo vivendo per fronteggiare la pandemia COVID19 costituisce un clamoroso cambiamento di scenario e di condizioni sociali e politiche generali, che richiede altrettanti cambiamenti nella soluzione di nuovi problemi e nella ricerca di nuove soluzioni. E’ dunque una gigantesca sfida alla creatività in tutti i campi, dalla geopolitica globale di lungo termine ai comportamenti personali quotidiani.


In Italia in questi giorni, con il Governo Draghi, con il Recovery Plan e con la crisi dei partiti si aprono degli scenari che soltanto degli stolti potrebbero comprendere. Il Pd, il maggiore partito del centrosinistra italiano si trova di fronte ad una scelta epocale, continuare a perdere elettori e voti, pur di mantenere un profilo indeterminato di lotta e di governo, avremmo detto tanti anni fà. Oppure saprà cogliere l'attimo per farsi delle domande? Chi siamo ? Chi e cosa vogliamo rappresentare e come vogliamo farlo?Domande di questo tipo quindi possiamo porci per cambiare il nostro mondo, partendo da sogni, utopie e idee di artisti, romanzieri, pensatori, futurologi, scienziati, economisti.  Ma ancora da discutere con tutte le forze progressiste europee e modiali: Che cosa succederebbe se ci fosse un salario minimo universale di sopravvivenza, come propose De Simone nei primi anni ’90, Che cosa succederebbe se si applicassero le tre R (riduci, ricicla, riusa) su larga scala, in sostituzione dell’usa e getta? Come si potrebbe sviluppare la filiera corta, dalla produzione al consumo? Come riprogettare i nuovi appartamenti, con lo sviluppo massiccio del telelavoro? Come riprogettare la scuola, mettendo insieme l’utopia di Illich con le tecnologie delle reti sociali? Che cosa insegnare, saper fare o saper essere? Che cosa premiare e incoraggiare, disciplina e obbedienza o autonomia e iniziativa? Insomma cogliere l'occasione di una pandemia globale che ha mostrato tutta l'inefficienza delle società "liberali" basate solo sul capitale e sulla mano invisibile di Adam Smith, senza alcun controllo dello Stato. 

La pandemia ha messo in drammatica evidenza problemi che sono stati ampiamente segnalati da scienziati, filosofi, sociologi, economisti. Per operare i cambiamenti necessari a convivere con epidemie e pandemie che saranno sempre più frequenti, perché fanno parte del sistema globalizzato predominante, non serve inventare cose nuove, ma per lo più basta tornare sulle idee di Rifkin, Stieglitz, Naomi Klein, Latouche, Mercalli, Petrini, per rendere il sistema globale un po’ più sostenibile e resiliente.

Certo il PD deve e può ripensare a cosa significhi essere di sinistra oggi e cosa bisogna fare e dire per esserlo, e questo può farlo solo se dopo essersi interrogato decida di aprire non un semplice e scontato congresso, quanto una conta di tessere e correnti,  con la passerella finale di primarie aperte a cui ormai nessuno crede più ma, piuttosto, farsi garante di un percorso che sarebbe laborioso, lungo e affaticante ma che potrebbe permettere l'affascinazione, la relazione, lo studio, l'incontro tra tante realtà vive e vegete nei gangli della ns società che però sono lontani dalla politica partitica e che il PD stesso non riesce ad intercettare. Da tutto questo non è detto che nasca alcunché oppure, magari, potrebbe nascerne il nuovo partito del lavoro, ecologista, che possa rispondere a molte di quelle domande di cui sopra e che possa "tentare" di rappresentare il cambiamento della ns società. Mentre a livello europeo, nella famiglia socialista, potrebbe essere il promotore di politiche che dovrebbero rispondere ad altre domande molto più complesse e mondiali. Le dimissioni di Zingaretti,


segretario del Pd, disgustato dalle correnti e dalla ricerca continua di posizionamento per le poltrone mettono una pietra tombale sul PD. Perché un elettore dovrebbe votarlo se il suo stesso Segretario ne traccia una così poco benevola rappresentazione ? Perché dovrebbe aderirvi se sa già, per bocca del suo massimo esponente, qual è l'azione quotidiana dei suoi dirigenti ? E perché dovrebbe votarlo, solo per consentire a questi di mantenersi una poltrona? 

Parlavo all'inizio della creatività e del Rinascimento, che non nacque dal nulla ma reinterpretazione dei classici della bellezza greco romana, "reinterpretazione" appunto;  ecco cosa bisognerebbe fare:  tornare ai classici del pensiero sociale e della politica da Weber a Marx da Gramsci a Bobbio e rinnovarli a partire dalle sfide che una pandemia ci ha mostrato. Ne saranno capaci? ne saremo capaci? 

Maurizio Li Muli 



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