domenica 14 febbraio 2021

 San Valentino è un altra fregatura di Santa Romana Chiesa!

Oggi è San Valentino, la festa degli innamorati a cui è stato tolto il fuoco dell’amore e della passione.

A istituire questa festa dell’amore romantico, infatti, fu Papa Gelasio I nel 496. Lo scopo? Rimuovere l’eros, il selvaggio, il dionisiaco dalla vita dei cittadini. San Valentino, infatti, si sostituì ai Lupercalia, festa di purificazione collettiva in onore di Luperco, lupo sacro a Marte, che si svolgeva attorno al 14 febbraio. Si trattava di una festa dalle radici antiche, un rituale di protezione dal male. Era un evento complesso, che scardinava l’ordine costituito e ricordava la precarietà dell’esistenza e dei rapporti di potere. In sostanza, onorava la presenza inestinguibile dell’animale e del mistero nell’essere umano. L’uomo, non potendo completamente comprendere la potenza divina, si ritrova proiettato in un regno soprannaturale, scortato dai compagni iniziati, i quali ne annientano le doti mondane e ne risvegliano contemporaneamente quelle mistiche, conferendo all’individuo non solo un memento mori, ma anche una consapevolezza delle potenzialità magiche dell’essere mortale. I sacerdoti si sono trasmutati, similmente a come narrano le leggende dei primi sciamani paleolitici indoeuropei, signori di portenti e grandi conoscitori della magia: da uomini, sono diventati capre, tentando di somigliare al Dio Lupercus/Faunus/Pan, custode dei segreti silvani ed entità protettiva dei campi e dei raccolti, nonché ultimo vero patrono dei Lupercalia.

Dopo il banchetto rituale, consumato voracemente, tutti i sacerdoti, blandamente coperti dalle pelli di capra,si catapultavano rocambolescamente fuori dalla grotta brandendo lunghe listarelle, sempre in pelle caprina, chiamate februa o amiculum Iunonis, ottenute durante lo scuoiamento degli animali. In un frenetico giro attorno al Palatino, seguendo l’arcaica tradizione di tracciare l’invisibile quadrato sacro attorno ai greggi per proteggerli dai lupi, i sacerdoti assumevano una terza identità sacra, quella dei lupi stessi, divenendo così uomini capra/lupo. Onorando Pan Liceo, l’uomo diventava animale e dunque, si immergeva in una dimensione caotica ma allo stesso tempo dominata dalle leggi naturali, fattisi così baluardi e tramiti fra il mondo reale e quello magico, i sacerdoti principiavano la fase pubblica del rito. 
Una moltitudine di persone, soprattutto donne, giungevano attorno al Palatino ad assistere alla corsa sacra; in epoca arcaica, esse prestavano il ventre, invece, in tempi più recenti, solo le mani, affinché i sacerdoti bestia, detentori di un immane potere magico, potessero fustigarle con le fruste caprine e di conseguenza renderle fertili, come il suolo che già da qualche momento stavano battendo, con la medesima finalità, attorno alle pendici del sacro colle. Non deve stupire un simile approccio: la donna è assimilata alla Terra, mentre l’uomo è irrigatore e fertilizzatore di essa, tutto è secondo il volere cosmico. Tutto questo era inaccettabile per chi aveva il dovere di difendere la morale e la decenza, e si pensò bene di sostituire la festa dionisiaca e ancestrale del popolo con una celebrazione dell’amore tra persone civilizzate e pudiche. Di togliere dalla vita (anche quella di coppia) la potenza erotica. Il problema è che cancellando l’eros si può, al massimo, sopravvivere. È per questo che a San Valentino in tanti provano a riempire quello spazio lasciato vacante dall’eros con oggetti e regali, che però non potranno mai colmare la nostra fame di profondità.


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