mercoledì 9 settembre 2015

gestione dei beni confiscati, indagati Saguto e Cappellano Seminara



Chissà perché in Sicilia quando di parla di grandi patrimoni della mafia, la maggior parte di chi dovrebbe dire qualcosa gira invece lo sguardo da un’altra parte. Nell’albo del Tribunale ce ne sono 4000 ma quelli cui sono affidati sono quasi sempre gli stessi. Ormai da qualche anno Pino Maniaci racconta per filo e per segno  come sono dirette dal Tribunale le misure di prevenzione sui patrimoni sequestrati. Il problema è che tra sequestro e confisca c’è una grande differenza e soprattutto passa troppo, troppo tempo. Il patrimonio sequestrato è sottratto al possesso del proprietario e gestito in amministrazione giudiziaria fino a quando non è stabilità la provenienza da attività illecita o meno. Se è stabilita la provenienza illecita il patrimonio è confiscato e sottratta anche la legittima proprietà, altrimenti il bene è restituito. Ma qui sorge il problema. Prima di stabilire se un bene è da confiscare o meno, bisogna aspettare 3 gradi di giudizio e di anni ne trascorrono parecchi e anche se il soggetto è stato riconosciuto estraneo all’associazione mafiosa, la restituzione del bene non è automatica. Nel frattempo, il bene è sottoposto a amministrazione giudiziaria. “Ci sono casi di beni con anche 16 anni di amministrazione giudiziaria – dice Pino Maniaci – e gli Amministratori giudiziari in un solo incarico guadagnano 7 Mln euro”.

Anche le Iene (Italia 1) si sono interessate a queste denunce, cercando di capire come mai un Giudice la Dott.ssa Saguto affidi in modo quasi esclusivo all’Avvocato Seminara tutti i beni sequestrati, arrivando quest’ultimo a gestire qualcosa come un centinaio di aziende. A fronte di questa inchiesta e delle denunce di Pino Maniaci è “stranamente” arrivata qualche mese fa una  una nota dei servizi segreti che aveva avvertiva che la dr.ssa Saguto era soggetto a rischio attentato per la sua attività.
Qualche mese fa invece è la volta dell’Avvocato Seminara, presso il cui studio collaborava anche il marito della Dott.ssa Saguto, l’Avvocato Cappellano Seminara  balza all’onore delle cronache denunciando per stalking il Pino Maniaci che risponde: «Se ricercare la verità e denunciare il malaffare vuol dire essere uno stalker, allora sì, io sono uno stalker».
La telenovelas sembrava essersi interrotta fino ad oggi quando come una notizia bomba, fortunatamente non quella d’acqua che si aspettava su Palermo, arriva l’inchiesta della Procura di Caltanissetta che indaga sulla gestione della sezione guidata dalla Dott.ssa Saguto con degli avvisi di garanzia sia per la Saguto, che per lo stesso Avvocato Cappellano Seminara  sia al marito della Saguto che nel frattempo pare non collabori più con l’avvocato. La Procura proprio per non dare spazio a cattive interpretazioni dichiara che: “Questi atti istruttori sono stati compiuti per acquisire elementi di riscontro in ordine a fatti di corruzione, induzione, abuso d'ufficio, nonché delitti a questi strumentalmente o finalisticamente connessi, compiuti dalla Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo e all'applicazione delle norme relative alla gestione dei patrimoni sottoposti a sequestro di prevenzione, con il concorso di amministratori giudiziari e di propri familiari". Insomma una bomba è scoppiata in questa città ancora assonnata dalla calura estiva.

Nessun commento:

Posta un commento