sabato 6 luglio 2024

"Meditazione in Cucina: Come Cucinare e Mangiare Consapevolmente"

Quante volte, nel corso della giornata, ci troviamo a fare pensieri negativi? La risposta, probabilmente, è: troppe volte! Anche quando ci impegniamo al massimo e le cose sembrano andare bene, quei pensieri sono sempre lì, pronti ad assalirci. Basta un dispiacere o un problema e siamo di nuovo punto e a capo. La vita è fatta di queste situazioni, e non si tratta solo di un assalto isolato: i pensieri negativi prendono il sopravvento. Questo è il vero male della nostra esistenza.

Il venerabile monaco buddista Thich Nhat Hanh ci ha avvertito che i pensieri negativi e le preoccupazioni possono facilmente invischiarci, generando malintesi e ansia. Nella frenesia delle nostre vite moderne, è facile cadere in questa trappola. Il flusso costante di informazioni e stimoli sovraccaricano la nostra mente, portandoci a interpretare le situazioni in modo errato e ad alimentare un ciclo di ansia e stress.

Ma c’è un modo per poter uscire da questo circolo vizioso? Insomma, c’è un modo per evitare che i pensieri negativi possano prendere il sopravvento, nonostante tutto? Direi di sì!

Per contrastare questo stato, possiamo adottare pratiche quotidiane di mindfulness e meditazione. Fermare il pensare e calmare la mente, come suggerisce Thich Nhat Hanh, non significa ignorare i nostri problemi, perché quelli restano e non si risolvono da soli, ma piuttosto creare uno spazio interno di quiete dove possiamo osservare i nostri pensieri senza essere sopraffatti da essi. Anche solo pochi minuti al giorno di respirazione consapevole possono fare una grande differenza. La pratica regolare ci aiuta a sviluppare la capacità di riconoscere i pensieri negativi per quello che sono: semplici pensieri, non verità assolute.

Pensando a queste pratiche, mi viene in mente la forza del respiro consapevole. Thich Nhat Hanh insegna che il respiro è un'ancora che ci riporta al momento presente. Quando mi sento sopraffatto dai pensieri negativi, concentrarmi sul respiro è estremamente utile. Inspirare ed espirare lentamente, prestando attenzione a ogni fase, calma la mia mente e il mio corpo. Un'altra pratica utile è guardare le dita della mia mano destra, ogni singolo dito, e concentrarmi su esso, poi tornare indietro e guardare le unghie di ogni singolo dito. Questa pratica semplice ma potente può essere fatta ovunque e in qualsiasi momento, e aiuta a creare un senso di stabilità e pace interiore.

Un'altra pratica suggerita da Thich Nhat Hanh è la meditazione camminata. Questo tipo di meditazione combina il movimento con la consapevolezza. Mentre cammino, mi focalizzo sul sollevare e abbassare i piedi, sento il contatto con il suolo e osservo l'ambiente circostante. Questa pratica mi permette di rimanere presente e connesso con il qui ed ora, trasformando un'attività quotidiana in un'opportunità per la meditazione.

Ma c’è una pratica che tutti noi facciamo magari inconsapevolmente e che è una buona pratica meditativa: cucinare e mangiare. Per Thich Nhat Hanh, la cucina era uno spazio meditativo in cui praticare la piena consapevolezza, intanto che prepariamo o puliamo. Senza fretta, assaporando ogni singolo gesto, senza distrazioni, in modo sereno e rilassato, seguendo il respiro e mantenendoci concentrati su quello che stiamo cucinando. Sembrerà strano o addirittura banale, ma per me è il momento migliore per la meditazione. A me piace cucinare e trovo che farlo senza distrazioni, vivendo il qui ed ora, sia la mia pratica meditativa giornaliera.

Ma se cuciniamo, dobbiamo poi mangiare. Thich Nhat Hanh dice: "Fa' attenzione a ogni boccone di cibo; mentre lo porti alla bocca, utilizza la consapevolezza che questo cibo è un dono dell’intero universo." Insomma, dobbiamo mangiare in modo che in ogni boccone, in ogni attimo del pasto, sia presente la consapevolezza. Mentre mastichiamo, sappiamo che l’intero universo si trova lì in quel boccone di cibo. Cucinando e mangiando in consapevolezza prendiamo coscienza di tutto il lavoro e l’energia che ci sono voluti per portare quel cibo fino a noi. E se mangiamo insieme ad altri, possiamo respirare, mangiare in consapevolezza in quella che si può definire “una vera costruzione di comunità.”

Noi siamo i nostri pensieri, ma anche molto di più. Siamo un complesso intreccio di sentimenti, percezioni, saggezza, felicità e amore. Noi creiamo la realtà intorno a noi; “abracadabra”. Non esiste un piano preordinato, non esiste alcun destino scritto, quello che esiste è l’ora presente, il qui ed ora. Questo modo di pensare è fondamentale per non permettere ai pensieri di assumere il controllo della nostra vita.

Riconoscere che siamo più dei nostri pensieri ci permette di coltivare altre dimensioni del nostro essere. Quando ci troviamo ad affrontare sfide, possiamo ricordare a noi stessi che abbiamo risorse interne che vanno oltre il nostro pensare. Ad esempio, affrontare un problema lavorativo non solo con logica e ragione, ma anche con empatia e comprensione può portare a soluzioni più creative e soddisfacenti.

L’obiettivo è vivere con maggiore presenza e consapevolezza. Creando spazio nella nostra mente, possiamo ridurre l'ansia e i malintesi. Riconoscendo che siamo più dei nostri pensieri, possiamo coltivare una vita più ricca e soddisfacente. Integrare queste pratiche nella nostra routine quotidiana ci permette di navigare le sfide della vita con maggiore saggezza e serenità.

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