Quello di oggi è un argomento “caldo”, caldissimo perché anche per me, che studio da anni questi temi, perchè sentirsi appellare come antisemita, ebbene si ogni tanto capita!, risulta offensivo e calunnioso. Inaccettabile per me, per gli studi compiuti, per gli ideali abbracciati e perseguiti. Oltre che errato perché i semiti sono tutti i discendenti dalle lingue semitiche e quindi sia gli ebrei che gli arabi lo sono; ma questa semplice risposta non è sufficiente per chi ti ha già ignorantemente, perchè ignora, etichettato.
Eppure accade!

Eppure accade!
Accade che anche in contesti culturali “colti” qualcuno affondi la lama tra le pieghe del confronto e accusi l’altro di qualcosa di cui non ha bene compreso l’importanza. Affrontare quindi il tema del **sionismo** e dell'**antisemitismo** richiede sensibilità e attenzione.
Questi concetti sono spesso oggetto di dibattiti accesi e, talvolta, di semplificazioni pericolose. L'obiettivo di questo blog odierno è chiarire le differenze tra i due termini, sfatando miti e promuovendo una comprensione più approfondita. Entriamo nel vivo della questione.
Il termine **sionismo**, coniato nel **1896** da **Theodor Herzl**, è il nome di un movimento politico e culturale che ha segnato la storia moderna degli ebrei. La sua essenza? La creazione e l'esistenza dello Stato di Israele, la conquista “manu militari” di tutta quell’area che va dal fiume Giordano fino al Sinai. In pratica tutta l’attuale Israele più la Cisgiordania, parte della Giordania ed il Sinai egiziano. La pretesa di questa bislacca idea di conquista territoriale è di origine messianica, in quanto per questi politici è Dio, Yavhe, che ha concesso queste terre al popolo eletto, a discapito di chi vi abitava precedentemente. Ma andiamo oltre le definizioni.
Il sionismo non è solo un'idea astratta derivante da una teoria religiosa purtroppo è anche la risposta a secoli di discriminazione e persecuzione. Gli ebrei europei, oppressi e ghettizzati, cercavano una via d'uscita. Il sionismo offriva due obiettivi:
1. **Emancipazione ebraica**: Liberare gli ebrei dalla gabbia dell'antisemitismo europeo.
2. **Ritorno alla Terra di Israele**:
Creare uno **stato ebraico** in Palestina, la terra ancestrale.
Il sionismo, tuttavia, rispose a questi temi con azioni sempre più violente e oggi le pratica con politiche di epurazione etnica, eliminazione dei diritti civili e con azioni tali che la stessa Corte penale dell ‘Aia, oltre che l'ONU, denunciano come genocida nei confronti dei palestinesi, che ricordiamo sono i legittimi proprietari di queste terre.
E qui entra in gioco l’**antisionismo**. Perché nessuno sano di mente può non dirsi **antisionista**; come è pensabile infatti il solo pensare di epurare un intero popolo, eliminarlo progressivamente economicamente, culturalmente e poi fisicamente per conquistare il suo territorio? In Israele però, questo accade da oltre 70 anni.
Anche l'**antisemitismo** ha radici antiche. Già nell'antichità, gli ebrei subivano persecuzioni religiose e sociali. Nel Medioevo, l'ostilità si intensificò, culminando nei famigerati **"pogrom"**.
Il termine "antisemitismo" è stato coniato nel 1879 dal giornalista tedesco Wilhelm Marr. Questo termine si riferiva inizialmente all'ostilità e al pregiudizio verso gli ebrei, ma nel tempo ha assunto un significato più ampio, indicando qualsiasi forma di discriminazione, pregiudizio o violenza contro gli ebrei in quanto tali.
Ma cosa significa oggi antisemitismo? L'antisemitismo riguarda l'**odio verso gli ebrei** come popolo e gruppo sociale. È un male che ha raggiunto l'apice durante la **Shoah**, quando milioni di ebrei furono sterminati dai nazisti. L'antisemitismo moderno è stato alimentato da varie teorie della cospirazione, come i "Protocolli dei Savi di Sion", un falso documento che pretendeva di svelare un complotto ebraico per dominare il mondo. Queste teorie hanno contribuito a diffondere l'odio e la diffidenza verso gli ebrei.
Il Sionismo oggi è una idea politica definibile di "estrema destra" che viene perseguita da un Governo che persegue obiettivi specifici quelli di “eliminare” tutti gli arabi palestinesi dalle terre che considera sue per diritto Divino.
Basta ascoltare i leader del movimento sionista per comprendere che questi sono estremisti che nulla hanno a che vedere con la maggioranza della popolazione ebraica ma, purtroppo con una parte di essa che oggi è al potere nello Stato.
Ma sia chiaro una volta per tutti; non tutti gli antisionisti sono antisemiti! Anzi. È possibile dissentire dalle scelte di Israele senza odiare gli ebrei.
La distinzione è cruciale. Tutti noi abbiamo un compito, sostenere la causa palestinese, ma mai e poi mai essere antisemiti, odiare gli ebrei! Dobbiamo essere convinti assertorì dell’antisionismo, combattere il sionismo è come combattere il nazifascismo, significa combattere idee che professano distinzioni di razza o religione e superiori. Questi temi richiedono riflessione e apertura mentale. L'obiettivo non è semplificare, ma far emergere le sfumature può servire a maggiore comprensione cosa che ci rende cittadini più consapevoli e capaci di dialogo. Ci riusciremo ? Ho il vago sospetto che il cammino sia sia allungato invece di accorciarsi.
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