Domani 3
dicembre 2015 ricorre la Giornata Internazionale delle persone con
disabilità, iniziativa promossa ogni anno dall’ONU, l’Organizzazione
delle Nazioni Unite, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di
abbattere gli ostacoli sociali e materiali che minano la qualità della vita dei
disabili.
Quest’anno
il tema scelto è l’Inclusione:
“Accesso ed empowerment per le persone con tutte le abilità": questo è il tema scelto per la Giornata Internazionale delle Persone con
Disabilità del 2015, un focus importante che riguarderà il valorizzare
le abilità delle persone con disabilità concentrandosi sulle pari opportunità e
sull'empowerment.
Ma in Sicilia,
purtroppo, queste parole risulteranno vuote affermazioniin questi anni non solo non siamo andati avanti verso delle
città accessibili e includenti ma al contrario alcune conquiste realizzate negli
anni precedenti si sono perse tra l’indifferenza generale.
Come
possiamo parlare di pari opportunità ed emporwerment, autostima e
autodeterminazione quando numerosi sono i problemi che ancora oggi devono
affrontare le famiglie siciliane: dalla insufficiente assistenza domiciliare, al
trasporto degli studenti disabili, alle barriere architettoniche mai interamente
eliminate. In Italia la spesa media pro-capite per i servizi ai
disabili è di 23,00 euro l’anno, la media
europea è cinque volte tanto. Francamente non riesco più a chiedere alla
politica regionale di intervenire, siamo di fronte ad una mancanza totale di
idee per soddisfare queste esigenze, il motivetto che normalmente viene
espresso è sempre lo stesso: “non ci sono soldi” ma non è solo la mancanza di
denaro spesso è mancanza di idee e soprattutto di organizzazione.
Se alcuni
Piani di zona della Legge 328 riescono a spendere tutti i fondi previsti ed altri no,
significherà qualcosa. Se nelle nuove costruzioni o nelle ristrutturazioni non
si tiene conto delle barriere architettoniche, questo vorrà dire qualcosa o no?
C’è un ritardo culturale che ancora non riusciamo a colmare, un ritardo
culturale nella classe politica che affronta questi temi con una sorta di fastidio
o di pietismo, belle parole e belle frasi in pochi convegni e poi via ad
affrontare altri "importanti" problemi.

Uniti si vince, uniti si lotta, lo aveva
capito molto bene il carissimo Salvatore Crispi all’atto della nascita del
coordinamento handicap Siciliano, la sua morte prematura ci ha lasciato senza una
guida e senza un vero riferimento. Oggi purtroppo le associazioni sono tornate
ad auto rappresentarsi, ognuna come meglio può, per cercare di soddisfare i
propri legittimi bisogni, ma la lezione di Salvatore non và smarrita, l’unione
è forza. E quindi domani una riflessione bisogna farla , stare uniti sempre e comunque, tutti con
i ns mille handicap diversi, avere maggiore fiducia in noi stessi e non permettere a
nessuno di rappresentarci.
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