E’ di qualche giorno fa la notizia – dichiara Maurizio Li Muli
Consigliere PD V Circoscrizione e componente della Direzione Provinciale PD - che il settore anagrafe del Comune
di Palermo non può più rilasciare
residenze, seppur temporanee, alle famiglie che hanno occupato immobili pubblici
abbandonati; con questo atto il Comune di Palermo si allinea a quanto prevede
un articolo del Piano casa Renzi e lo applica in modo pedante.
Sono così state bloccate le richieste di
residenza delle Famiglie che hanno occupato il Villaggio Anziani a Borgo Nuovo,
quelle degli occupanti dell’ex Ist. Sacro Cuore alla Noce, dell’Asilo di via
San Giorgi a Villa Turrisi e presumiamo saranno bloccate quelle dell’ultima
occupazione, dell’Istituto Salvemini in Viale Michelangelo. Questa scelta
dell’Amministrazione, seppur legittima, non fa altro – esasperare lo stato di
necessità delle Famiglie che adesso avranno problemi per la scuola dei bambini,
per richiedere un allaccio Enel, ma soprattutto per l’Assistenza Sanitaria.
Ritengo quest’atto un errore frutto di una
visione del tutto errata del problema casa, anzi – continua Li Muli ,
dell’assenza di una visione dell’emergenza casa in città; un errore che non fa
altro che esasperare gli animi e non contribuisce certo a cercare soluzioni
alternative che pure devono trovarsi. In una città in cui c’è una interminabile
lista di richieste di case popolari, dove da decenni nessuna di queste viene
costruita e dove nel frattempo pare che ci sia un patrimonio privato chiuso di
migliaia di alloggi. Proposte di Social Housing, accordi tra Comune e privati,
instaurazione dell’autocostruzione con il riuso di tutto il patrimonio
degradato del Comune, accordi con la Curia etc….i modi per programmare una
uscita dall’emergenza casa possono trovarsi c’è bisogno solo della volontà.
In ultimo – conclude Li Muli – un appello al PD ed alla Segreteria di Palermo, è arrivato il momento di dire qualcosa e di lanciare idee e proposte, non è ammissibile stare ancora in silenzio. Si rilanci un dibattito in città a partire dai protagonisti (Comitato per la casa, Sunia, Legacoop, Associazioni Proprietari di case privati, Curia etc...) e si costruisca un percorso che possa portare idee e soluzioni condivise, il silenzio sarebbe ammissione di una disattenzione che non possiamo permetterci.
Nessun commento:
Posta un commento