Sullo svolgimento del prossimo
Congresso Regionale del PD è indubbio che ci saranno gli occhi puntati non solo
del Partito a livello nazionale ma anche di tutta la Politica Siciliana. Infatti in un momento in cui le difficoltà
delle Regione Sicilia si dovranno tramutare necessariamente in scelte
“obbligatorie e non più prorogabili”, sarà necessario sapere cosa fare e con
chi fare; quindi la scelta del futuro Segretario Democratico è
esiziale per comunicare qual è l’idea della Sicilia che il PD vorrà proporre ai
siciliani.
Persone, inclusione, porte
aperte.
Non a caso il percorso politico
che ci porterà al Congresso del PD siciliano potrà essere definito “innovativo”
se insisterà nel rinnovamento dei metodi, ancor prima delle persone,
sull’inclusione e sulla partecipazione. Su questi tre cardini poggia l’idea di
un PD in cui la voglia di contare e di dire la propria che si respira nei Circoli
e tra le persone diventa subito opportunità concreta di partecipazione.
Il Partito Democratico Siciliano
ha l’obbligo di assumersi le responsabilità del cambiamento in un momento
storico e politico delicato durante il quale si costruiranno le fondamenta per il futuro di chi vive in
Sicilia, non sono più ammissibili quindi traccheggiamenti, né fughe in avanti.
Ad Atene si diceva che “un uomo
che non si interessa allo Stato non è innocuo, ma inutile”.
Noi oggi abbiamo un partito che
sembra inutile alla maggioranza dei Siciliani, un partito che non ha sciolto
nessuno dei dubbi derivati da un appoggio “entra esce” al Governo del
Presidente Crocetta, un partito che non è riuscito a incidere a una gestione
irrazionale e propagandistica della Sicilia.
Un Partito che ha fatto sponda
con le Amministrazioni passate, appiattito e senza nessuna contrapposizione e
che oggi, nonostante abbia vinto le elezioni, continua ad essere ininfluente.
Ma è partendo dalla chiarezza del
cosa si vuole fare, come vuole farsi e soprattutto con chi vuole farsi che oggi dobbiamo accingerci a pensare
al prossimo Congresso Regionale. Ben vengano, quindi, contributi concreti,
stimoli per svolgere un lavoro intenso e costante di analisi dei problemi, dei
bisogni e delle potenzialità dei territori, da parte di tutti iscritti e non,
ma che questi siano scritti, dibattuti ed emendati nelle sedi della politica e
soprattutto indichino una via progettuale e non una mera sostituzione.
Il Partito Democratico Siciliano
può essere ricostruito dal basso verso l’alto, attraverso meccanismi che
valorizzino quel mare inesplorato di idee, creatività, voglia di fare,
competenze che il nostro
territorio racchiude. Iscritte e
iscritti, elettrici ed elettori, cittadine e cittadini non più spettatori o
megafoni di una linea politica o di una corrente ma espressione diretta della
società che rappresentano. Dai Circoli e dai territori può emergere una classe
dirigente “territoriale”, che rappresenti pienamente una volontà positiva e
dinamica della comunità del lavoro, emanazione del mondo produttivo e sociale
di appartenenza; così è stato per i Congressi Provinciali, così ci auspichiamo
che sia per quello Regionale.
Maurizio Li Muli
Consigliere V Circoscrizione Palermo
Componente Direzione Provinciale PD Palermo
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