La gioia per l’approvazione del percorso
arabo-normanno, da ieri tutelato dall’Unesco, è davvero grande; è una vittoria
per questa città e un giusto riconoscimento per un patrimonio di architettura
unico nel suo genere. Alla soddisfazione
culturale e civica si aggiunge, non potrebbe essere altrimenti, anche la
soddisfazione economica in quanto questo riconoscimento dovrà sbloccare tutta
una serie di Fondi Europei che dovranno essere utilizzati per migliorare tale
percorso, migliorarne la fruibilità e la messa in sicurezza.
Sul tema della fruibilità spero che non si facciamo
gli errori del passato ma anche recenti e mi riferisco alla fruibilità
determinata dalle barriere architettoniche, è necessario infatti tenere conto
di queste per far si che finalmente la ns città possa risolvere una questione
lunga 30 anni.
I
P.E.B.A. o Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (art. 32
della legge 41/86 e art. 24 comma 9 della legge 104/92) sono ancora uno
strumento che ha la finalità di conoscenza delle situazioni di impedimento,
rischio ed ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici e che questi
piani rappresentano il punto di partenza per la redazione di Piani Pluriennali
di Abbattimento delle barriere architettoniche, che la ns città non solo non
ha, ma non è nemmeno in procinto di avere.
Il
P.E.B.A. secondo la sua definizione è: “ uno strumento necessario per eseguire
gli interventi di “attenuazione” dei conflitti uomo-ambiente. È quindi il
preludio, la base, sulla quale iniziare tutte quelle azioni di “design urbano”
che mirano ad interventi più o meno dedicati e che hanno come obbiettivo generale, quello di produrre
conoscenza al fine di poter iniziare concretamente le azioni di progettazione
in grado di mirare all’innalzamento della qualità della rete di servizi, tempi
e occasioni fornite dalla città, partendo dalle necessità di chi maggiormente
richiede attenzioni, per giungere a definire risposte, capaci di garantire il
quadro associante a cui mira una città solidale e quindi accessibile”. Quindi
un percorso dell’Unesco senza un Piano Organico di eliminazione barriere
architettoniche è impensabile, riusciremo a realizzarlo almeno adesso?
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