Spesso, mi viene detto da amici fraterni o semplici conoscenti di essere troppo di parte; di essere partigiano. Cioè di prendere posizione su determinati argomenti e difenderla con argomentazioni valide ma che, secondo questi ultimi, denotano appunto una partigianeria. Trovo queste sottolineature davvero antipatiche. Se si crede in qualcosa, come si può non essere di parte? Come si può far finta di assecondare tutti pur di far parte del gregge?
Viviamo in una società che sembra volerci omologare, che ci spinge a scegliere il compromesso come regola e a non esporsi per evitare giudizi o conflitti. Ma perché mai dovremmo rinunciare alla nostra autenticità? Esporre le proprie idee in modo civile dovrebbe essere un atto di arricchimento, e invece, in certi contesti, vieni etichettato come "di parte" quasi fosse un difetto. Io credo, invece, che sia una virtù, un modo per affermare i propri valori e dare significato alle proprie scelte.
La mia consapevolezza mi guida, e non posso né voglio sottrarmi a questa responsabilità. Preferisco essere partigiano e coerente con ciò in cui credo, piuttosto che annullarmi nel conformismo. Essere di parte significa prendersi cura di ciò che conta davvero per noi, costruire relazioni significative e, soprattutto, lasciare un segno autentico nel mondo.
Viviamo in un mondo pieno di complessità e sfide. Anche se possiamo aspirare a una profonda spiritualità, non possiamo evitare di vivere nel nostro tempo e di prendere parte. Non è possibile vivere senza essere consapevoli, e la consapevolezza ci impone di scegliere. Scegliere da che parte stare su ogni questione della nostra vita significa essere di parte, essere partigiano.
"Non è segno di buona salute mentale essere ben adattati a una società profondamente malata." - Jiddu Krishnamurti
Krishnamurti, uno dei più grandi pensatori del XX secolo, ci invita a riflettere sulla natura della nostra società. Viviamo davvero in modo autentico? La consapevolezza è anche una responsabilità. Ogni scelta che facciamo riflette la nostra consapevolezza e il nostro impegno a vivere autenticamente. Se perseguiamo il fine "conosci te stesso", come possiamo non scegliere e quindi non essere di parte?
La Meditazione della Scelta
Essere di parte non è un errore, ma una manifestazione della nostra consapevolezza e del nostro impegno verso i nostri valori e credenze. Quando meditiamo sulla nostra vita, sulle decisioni che dobbiamo prendere, riconosciamo che ogni scelta è un atto di auto-conoscenza. Scegliere significa affermare ciò che siamo e ciò in cui crediamo.
"La più grande scoperta della mia generazione è che un essere umano può alterare la propria vita alterando i propri atteggiamenti." - William James
L’affermazione di William James ci ricorda che il cambiamento non è un evento passivo, ma una scelta consapevole. Ad esempio, scegliere di sostenere cause sociali, acquistare prodotti etici o adottare stili di vita sostenibili è una testimonianza concreta dei nostri valori.
Vivere Consapevolmente
Essere di parte, essere partigiani, è una scelta che nasce dalla nostra consapevolezza. È una testimonianza del nostro impegno a vivere in accordo con i nostri valori e a riconoscere le realtà del nostro mondo. Scegliamo di prendere posizione nonostante le difficoltà e le incertezze, perché la nostra consapevolezza ci guida verso una vita autentica e significativa.
"Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la tua energia, non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo." - Socrate
Socrate, uno dei pilastri del pensiero filosofico occidentale, ci invita a concentrare le nostre energie verso la costruzione di un futuro migliore. Questa è una chiamata all’azione: come possiamo, nel nostro quotidiano, costruire un nuovo mondo? Piccole azioni come scegliere con consapevolezza i nostri acquisti o sostenere comunità locali possono rappresentare passi significativi verso il cambiamento.
"Il buddismo impegnato non è una fuga dalla società, ma un modo per confrontarsi con essa con compassione e comprensione." - Thich Nhat Hanh
Thich Nhat Hanh, monaco buddista e maestro di meditazione, ci insegna che la consapevolezza non è mai isolata dall’impegno verso il mondo che ci circonda. La sua visione del buddismo impegnato ci invita a vivere una spiritualità che trasformi le nostre azioni quotidiane in atti di compassione e cambiamento. Come possiamo, allora, applicare la consapevolezza alla realtà sociale che viviamo?
In questo periodo di festività, riflettiamo sulle nostre scelte e sulla nostra consapevolezza. Essere di parte non è solo un atto di scelta, ma un atto di profonda connessione con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Immaginiamo di trovarci di fronte a una scelta quotidiana, come quale causa sostenere o quale azione intraprendere per promuovere giustizia ed equità. Ogni decisione riflette i nostri valori e costruisce il mondo che desideriamo. Come esseri consapevoli, scegliamo di vivere autenticamente, di prendere posizione e di essere parte del cambiamento che desideriamo vedere nel mondo.
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