lunedì 6 luglio 2015

Palermo arabo normanna patrimonio dell'Umanità, adesso abbattiamo le barriere architettoniche!



La gioia per l’approvazione del percorso arabo-normanno, da ieri tutelato dall’Unesco, è davvero grande; è una vittoria per questa città e un giusto riconoscimento per un patrimonio di architettura unico nel suo genere.  Alla soddisfazione culturale e civica si aggiunge, non potrebbe essere altrimenti, anche la soddisfazione economica in quanto questo riconoscimento dovrà sbloccare tutta una serie di Fondi Europei che dovranno essere utilizzati per migliorare tale percorso, migliorarne la fruibilità e la messa in sicurezza.

Sul tema della fruibilità spero che non si facciamo gli errori del passato ma anche recenti e mi riferisco alla fruibilità determinata dalle barriere architettoniche, è necessario infatti tenere conto di queste per far si che finalmente la ns città possa risolvere una questione lunga 30 anni.

I P.E.B.A. o Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (art. 32 della legge 41/86 e art. 24 comma 9 della legge 104/92) sono ancora uno strumento che ha la finalità di conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici e che questi piani rappresentano il punto di partenza per la redazione di Piani Pluriennali di Abbattimento delle barriere architettoniche, che la ns città non solo non ha, ma non è nemmeno in procinto di avere.

Il P.E.B.A. secondo la sua definizione è: “ uno strumento necessario per eseguire gli interventi di “attenuazione” dei conflitti uomo-ambiente. È quindi il preludio, la base, sulla quale iniziare tutte quelle azioni di “design urbano” che mirano ad interventi più o meno dedicati e che hanno  come obbiettivo generale, quello di produrre conoscenza al fine di poter iniziare concretamente le azioni di progettazione in grado di mirare all’innalzamento della qualità della rete di servizi, tempi e occasioni fornite dalla città, partendo dalle necessità di chi maggiormente richiede attenzioni, per giungere a definire risposte, capaci di garantire il quadro associante a cui mira una città solidale e quindi accessibile”.   Quindi un percorso dell’Unesco senza un Piano Organico di eliminazione barriere architettoniche è impensabile, riusciremo a realizzarlo almeno adesso?

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